RELAZIONE ALLA COSTITUZIONE
Presupposto indispensabile per la formulazione di una Carta Costituzionale della Libera Muratoria deve essere la considerazione che essa è un Ordine iniziatico tradizionale.
È un Ordine perché si basa sulla gerarchia del valore, come si appalesa in base al livello evolutivo di ciascuno, verificabile sulla scorta del desiderio di conoscenza e dei conseguenti comportamenti nei rapporti fraterni e sociali.
È iniziatica perché, per esservi ammessi e per progredirvi, è necessario ricevere l'iniziazione che è un legamento fisico, morale e spirituale alla catena d'amore che lega, al di la delle porte e al di là del velo, tutti i Fratelli Passati, Presenti e Futuri.
È tradizionale perché è depositaria di un patrimonio culturale e spirituale che proviene dalle esperienze di quegli uomini che, fin dalla profondità del tempo, sono riusciti ad esorcizzare la morte e, avendo compreso il principio della "saggezza", lo hanno tramandato, in una ininterrotta tradizione, fino ai nostri giorni, acciocché possiamo trasmetterlo integro alle generazioni future, nella speranza che il messaggio cada, come talora è avvenuto in passato, su un terreno fertile che riesca a sviluppare il tessuto sul quale si innesta l'evoluzione naturale di tutti gli esseri.
Per formulare, dunque, una carta costituzionale della Libera Muratoria, è indispensabile tenere conto delle formulazioni di principio che abbiamo sopra enunciato e, conseguentemente, che il principio informatore di ogni norma muratoria è la sua corrispondenza alla Tradizione Iniziatica che la Libera Muratoria ha recepito al fine della conservazione di quei contenuti che, non svelabili, sono rivelabili agli adepti attraverso il linguaggio simbolico muratorio.
Ogni volta, quindi, che introduciamo una norma che non soddisfi le condizioni di principio che abbiamo sopra enunciato, facciamo un'altra cosa, valida quanto si voglia, ma non della Libera Muratoria. Ciò premesso, esaminiamo quali sono i principi tradizionali che debbono essere osservati dalla Libera Muratoria per soddisfare le condizioni di cui sopra.
UNIVERSALITA'
Quale che sia la lingua, la mentalità, l'educazione, ogni uomo per ciò solo, può recepire intimamente, su basi intellettuali, anche se non razionali, un linguaggio per immagini che, se opportunamente concepite in relazione alle leggi dell'analogia e della corrispondenza (vedi C. G. Jung: L'uomo ed i suoi simboli), è suscettibile di garantire una comunicazione uguale per tutti gli uomini, rappresentando, esso, la chiave universale per aprire quel misterioso mondo dell'inconscio collettivo che è, su un certo piano, l'inizio della scoperta di se stessi.
Per completezza potremo aggiungere che è simbolo non soltanto l'immagine, ma anche il gesto e la parola, intesa, questa, come architettura generale di quello che Jung chiama lo psicodramma; diversamente, almeno per la parola, ricadremmo nella particolarità linguistica con perdita dell'universalità del linguaggio.
Il simbolismo, quindi, è il linguaggio attraverso il quale la verità iniziatica e la sua metodologia sono trasmesse agli adepti. Si comprende allora perché il simbolismo non può essere assolutamente modificato, pena la sfasatura della comunicazione.
È evidente che non tutti recepiscono il linguaggio simbolico nello stesso modo, così come è palese che le differenze interpretative sono conseguenza del "desiderio" che ciascuno ha di penetrare il significato del simbolo; ma si deve comprendere che i simboli, per essere fonte di conoscenza, vanno attivati e che presupposto, per la loro attivazione, è quel complesso di requisiti, che vengono richiesti ad un profano per la sua ammissione, e dì virtù che si pretendono dai Liberi Muratori.
La libertà dai pregiudizi ed una moralità ineccepibile sono il terreno necessario ad accettare una realtà, complementare a quella rilevabile dai sensi, cosi come ad ammettere, senza successive deviazioni, una concezione contingente della morale comune.
Senza tali requisiti, infatti, non si possono realizzare i presupposti exoterici necessari per ottenere l'attivazione dei simboli; con la conseguenza che la tolleranza, la solidarietà e la fratellanza rischierebbero di essere interpretate "ad usum delphini", come del resto, purtroppo, la nostra storia più recente insegna.
INIZIAZIONE
L'introduzione all'interno di un sistema iniziatico avviene mediante l'iniziazione, cerimonia di legamento con un determinato Ente che, in Massoneria, è la Loggia. È questo collettivo che concede l'iniziazione ad un profano il quale, per stadi diversi di coscienza, viene introdotto, per gradi, alla visione e, si spera, alla comprensione di un linguaggio simbolico sempre più ampio. Ad ogni grado viene compiuto, quindi, un. legamento con un piano più sottile della Loggia ed il candidato viene posto a contatto con un linguaggio più raffinato rispetto a quello che ha praticato prima.
Teoricamente, quindi, l'iniziazione, intesa in senso generale, non è che il riconoscimento formale di un reale stato di coscienza già raggiunto.
Nel sistema muratorio, per contro, si assiste ad una diversa concezione di tale principio; perché è chiaro a tutti che non viene rispettata la "reale" acquisizione dello stato di coscienza dei candidati. In pratica viene promosso Compagno d'Arte chi non è ancora passato, realmente, dalla perpendicolare alla livella e si può essere iniziati al grado di Maestro senza realmente conoscere l'Acacia e senza che si sia veramente in grado di lavorare sulla Tavola da Disegno. Ciò fa dire, agli addetti ai lavori, che l'iniziazione muratoria è una iniziazione virtuale, nel senso che è basata su una finzione che, tuttavia, soddisfacendo le leggi dell'analogia e della corrispondenza, è suscettibile di portare, nell'uomo, quelle modificazioni che lo renderanno atto ad iniziare il cammino della ricerca.
Anche qui siamo in presenza di una forma simbolica che, però, in linea con la tradizione muratoria, ha i suoi risvolti di carattere operativo, atteso che, ad esempio, il Fratello che ricopre la carica di Maestro Venerabile, operando come se in realtà fosse la testa di quel corpo collettivo ed unico che è la Loggia, finisce per entrare in possesso di quelle qualità che distinguono l'organo pensante di un corpo. Lo stesso discorso deve farsi per tutti i Dignitari e gli Ufficiali, come per tutti i Fratelli di Loggia, in relazione alle funzioni fisiche, emotive e spirituali, corrispondenti ed analoghe agli organi del corpo che ciascuno di essi rappresenta.
Questi organi sono quelli, in sintesi simbolica, di ogni uomo e, quindi, una testa (M.V.), un sistema deambulatorio (i Sorveglianti), un cuore (M.d.C.), un sistema che renda possibile il lavoro, cioè, arti superiori (Segretario ed Oratore) ed un sistema riproduttivo necessario alla perpetuazione della specie (Copritore).
Il pensiero, la vita, la stazione eretta, la capacità realizzativa, la sopravvivenza sono tutte funzioni che hanno fatto dell'Uomo il Signore del Pianeta e sono, quindi, le funzioni essenziali che una Loggia - la quale è, simbolicamente, un Uomo unico, cosmico, realizzato - deve possedere.
In questo concetto di virtualità è facile comprendere che le regole vanno accettate per intero, fino in fondo, altrimenti l'iniziazione sparisce ed il principio paolino del "fare come se" diviene soltanto un gioco che, per gli addobbi, i paramenti e la gestualità che comporta, finisce per diventare una sorta di folklore che uomini adulti non potrebbero che rifiutare.
Invece tutto ciò è tutt'altro che ridicolo e, in una Muratoria fedele alla Tradizione, nessuna forma è fine a se stessa, ma tutto è strumentale al linguaggio simbolico muratorio.
Alla luce di quanto abbiamo detto, dunque, se gli organi essenziali per far vivere, simbolicamente, un corpo sono sette, i Maestri, necessari per far vivere una Loggia, debbono essere sette; e, se le funzioni sono quelle, è necessario che vi sia un Maestro Venerabile (la Testa), due Sorveglianti (gli arti inferiori), Segretario ed Oratore (gli arti superiori), un Maestro delle Cerimonie (il cuore), un Copritore (organo riproduttivo).
Nel principio della virtualità, la Loggia, uomo cosmico, Adamo Cadmon, è simbolo dell'uomo iniziato e perfetto, è il Verbo incarnato del prologo di S. Giovanni (forse è per questo che si apre il Libro Sacro su questi versetti) ed il suo organo pensante, il Maestro Venerabile, ne rappresenta l'infinita saggezza. È quindi il parere "illuminato" del Maestro Venerabile che è il parere dell'Officina. Le decisioni del Maestro Venerabile sono le decisioni dell'officina ed è perciò che il Maestro Venerabile non è il rappresentante dell'officina, almeno nel senso che non è il delegato dei Fratelli di Loggia. Egli è la volontà della Loggia perché è anche il pensiero della Loggia.
Non si chiede ad un piede o ad una mano di esprimere un parere; quando, in un corpo, gli arti non rispondono ai comandi del cervello, siamo in presenza di un episodio patologico. Non si può pretendere di codificare che ogni Loggia deve osservare uno stato patologico per rendere vivibile l'Istituzione.
La votazione, sull'ammissione di un profano o sull'aumento di salario ad un fratello, non viola questo principio perché siamo nel rispetto della natura che si ribella, con una crisi di rigetto, ogni volta che una nuova vita viene introdotta in un organismo, se l'organismo stesso non la riconosce come compatibile.
Tutti siamo coscienti di non essere realmente dei Maestri, tutti sappiamo che il Maestro Venerabile, nella sua espressione fisica, non è realmente la saggezza; tuttavia, se accettiamo la Libera Muratoria come Ordine Iniziatico, dobbiamo accettarne la sua virtualità e, se ciò è vero, metterla in discussione significa mettere in discussione tutta la Libera Muratoria.
AUTONOMIA E SOVRANITA' DELLE LOGGE
L'iniziazione risiede, come patrimonio della libera Muratoria, soltanto nella Loggia che, per il complesso dei simboli, rituali ed operatività interiore, è la depositaria della Tradizione Muratoria e deve quindi godere, nella tradizionale sovranità che le compete, di ampia autonomia. Tale autonomia trova il suo limite nella necessità di convivenza con eventuali altre Logge della Comunione anch'esse dotate di autonomia e sovranità.
Il compito di una Carta Costituzionale Muratoria è dunque quello di regolamentare la vita delle Logge, in modo da garantire, a tutte le Logge della comunione, proprio la loro tradizionale autonomia e sovranità, non diversamente dallo Stato che garantisce, attraverso le leggi, la pacifica convivenza di tutti i cittadini.
In questo contesto, appare di primaria importanza comprendere come una delle prerogative inderogabili delle Logge sia quella di scegliere i profani ai quali concedere l'iniziazione. A questa prerogativa non vi può essere limitazione, anche se ciò può apparire in contrasto con la preoccupazione di controllare le ammissioni.
In realtà, il problema è soprattutto quello della comprensione, da parte dei Fratelli, dei requisiti, che sono necessari per aspirare alla iniziazione muratoria, e, quindi, del rispetto delle norme tradizionali che regolano il comportamento dei Liberi Muratori, ivi incluso l'obbligo di non sollecitare il profano a firmare una domanda di ammissione.
La Tradizione impone che il profano bussi alle porte del Tempio perché si richiede che il recipendiario dimostri di essere sulla via del risveglio iniziatico; l'atto del bussare, dunque, va interpretato come l'espressione del desiderio di conoscenza, avendo preso consapevolezza dei problemi connessi con l'esistenza e che sono riassumibili nell'aforisma: "chi sono, da dove vengo e dove vado".
In una parola il problema prende un solo nome: proselitismo. Un proselitismo corretto, infatti, elimina qualsiasi problema di controllo ed è quindi compito dei vertici della Comunione, anche attraverso una rigorosa regolamentazione, creare una coscienza massonica che tenga conto dei principi tradizionali ai quali tutti dobbiamo ispirarci. L'ingerenza di Fratelli di altre Logge nella scelta dei profani, si appaleserebbe così come una patente violazione dei principi tradizionali.
In base a tali principi, infatti, se la Loggia, come Ente unitario, rappresenta un essere reintegrato nelle sue primitive qualità, virtù e potenze spirituali e divine, è l'Ente depositario della Tradizione nel quale solo si pratica la Libera Muratoria e, in questa chiave, è contraddittorio sottoporla al sindacato di Fratelli, importanti e saggi quanto si vuole, che però rappresentano soltanto se stessi.
Se si vuole mantenere operante e vivo il sistema iniziatico all'interno dell'Ordine dobbiamo evitare qualsiasi messa in discussione dei principi che ne sono alla base. Conseguentemente, ogni decisione riguardante l'attività della Loggia non può essere sottratta alla Loggia stessa, salvo sostenere che essa non rappresenta un corpo unico, un essere reintegrato, con tutte le conseguenze negative che tale impostazione comporterebbe.
Ed allora, ogni Loggia ha il diritto di adottare il rituale che ritenga più adatto alla propria formazione culturale. Unico limite consiste nella necessità del rispetto, in questo ipotetico rituale, dei canoni fondamentali della Massoneria come indicati nell'articolo 5 della Costituzione.
Niente impedisce di regolamentare la vita delle Logge, laddove non si investono, modificandoli, i principi tradizionali. E cosi, se si vuole essere certi che il profano che entra sia persona degna ed in possesso delle qualità richieste, oltre al creare una coscienza massonica idonea ed in attesa che ciò avvenga, si può, in via regolamentare, porre qualche norma che garantisca l'effettiva corrispondenza ai principi; ma non possiamo certamente stravolgere l'iniziazione soltanto perché non siamo d'accordo su qualche ammissione.
RICERCA DEL VERO
È lo scopo della Libera Muratoria. Ogni Libero Muratore è impegnato in questa ricerca che teleologicamente tende a superare la virtualità dell'iniziazione muratoria per portare il vero ricercatore alla maestranza reale. È l'essenza dell'ARS REGIA che insegna, attraverso successive trasmutazioni dell'essere, a divenire vero maestro dell'Arte.
La Libera Muratoria tende a portare i profani alle soglie della maestria e proprio perciò non vi possono essere Maestri che insegnano ad altri a diventarlo; così come non si può e non si deve convincere nessuno a risvegliarsi alla luce massonica.
Ognuno è solo nel cammino evolutivo ed ognuno è e deve essere libero nella scelta dei mezzi che possono portarlo alla meta che il proprio stato evolutivo consente. Ecco perché, forse, la Muratoria ci insegna la libertà di pensiero e l'indipendenza di giudizio.
Come per il simbolismo, si prospetta sempre un aspetto morale, il più accessibile, il più semplice, per poi far riflettere sulle altre possibili interpretazioni; ma non si può e non si deve costringere nessuno ad una determinata interpretazione solo perché è la più comprensibile.
Il concetto più semplice di dualità, ad esempio, è bene - male, ma le interpretazioni possono essere molteplici e vi può essere qualcuno che nel principio della dualità scorga, magari, il senso delle cariche elettriche "+" e "-" e, di conseguenza, del magnetismo.
Non vi è dubbio infatti che l'insegnamento muratorio non viene effettuato da Maestri e pertanto l'unico metodo di insegnamento è il linguaggio dei simboli, di talché la muratoria segue il Simbolismo nell'insegnamento e l'esoterismo nell'Arte Operativa, la quale appunto deve essere riferita all'individuo, dando così la spiegazione che l'operatività non è exoterica.
Tutto in Massoneria è interiorizzato, nel senso che non vi sono spinte verso l'esterno. Il fatto che, in passato, i Liberi Muratori si siano occupati della libertà e dell'indipendenza del proprio Paese non vuol dire che la Muratoria ha per scopo tali obiettivi. Semmai l'esperienza ci ha insegnato che non bisogna mai confondere la Libera Muratoria con i Liberi Muratori perché l'Istituzione resta mentre gli uomini passano. Così non ha senso impegnare l'Istituzione in scelte politiche che oggi possono essere bene accette a chi ci governa, ma potrebbero mettere l'Istituzione in difficoltà in futuro.
La considerazione di principio che la Loggia è un Ente collettivo, dotato di essenza unitaria, implica necessariamente l'individuazione della Loggia attraverso la sua coscienza che non può essere che il M.V. il quale rappresenta la saggezza. E come tutto l'essere si compendia nel M.V., cosi sembra corretto prevedere che la Loggia, nella sua interezza elegga il M.V. ed i Dignitari che ne rappresentano gli organi fondamentali.
Quanto abbiamo enunciato in materia di "Iniziazione" deve trovare, necessariamente, la sua attuazione Costituzionale e, successivamente, regolamentare con l'indicazione dei Sette Dignitari di Loggia, quei Maestri che sono necessari per dar vita ad una Loggia Tradizionale. Allo stato, nelle varie massonerie che si conoscono, la Tradizione è stata accantonata, non solo sul numero dei Dignitari, ma anche sulla loro individuazione, con effetti devastanti ai fini della comprensione del linguaggio muratorio che, per essere universale, deve restare integro da interpolazioni, ancorché giustificate da opportunità di efficienza e di organizzazione.
REGOLAMENTO GENERALE
(AGGIORNAMENTO 2016)
SEZIONE I
LA FEDERAZIONE DELLE LOGGE DI SAN GIOVANNI
Art. 1 – Natura della Federazione
1. La Federazione delle Logge di San Giovanni è una Libera Federazione di Logge Massoniche Indipendenti e Sovrane che hanno aderito alla sua Costituzione ed approvato il presente suo Regolamento Generale.
2. A tale Associazione aderiscono singole Logge i cui membri, ai fini della legge italiana, hanno costituito a livello locale associazioni non riconosciute secondo le disposizioni del Codice Civile.
Art. 2 – Rituali utilizzati
1. Le Logge della Federazione sono libere di lavorare utilizzando un qualsiasi Rituale da essa adottato purché conforme alla Tradizione Massonica.
Art. 3 - Organi rappresentativi
1. La Federazione delle Logge di San Giovanni è rappresentata da un presidente denominato “Copritore Esterno” coadiuvato da un Segretario e da un Elemosiniere.
2. Il Copritore Esterno, il Segretario e l’Elemosiniere durano in carica un anno e sono rieleggibili.
3. Il governo della Federazione delle Logge di San Giovanni è esercitato dall’assemblea dei Maestri Venerabili, i quali potranno deliberare in assemblea appositamente convocata ovvero anche senza riunirsi fisicamente utilizzando strumenti telematici.
4. Il Copritore Esterno agirà sempre e solo con l’avallo o con la delega e nei limiti prefissati dell’assemblea dei MM. VV. delle Logge Sovrane che compongono la Federazione.
Art. 4 - Carattere delle funzioni federali
1. Tutte le funzioni di rappresentanza della Federazione sono elettive, salvo l’appartenenza all’Assemblea dei MM. VV., che spetta di diritto ai Venerabili in esercizio o loro delegati.
2. Sono eleggibili tutti i membri attivi aventi Grado di Maestro ed elettori tutti i MM.VV.
3. Nessun compenso economico è previsto per coloro che ricoprono qualunque incarico nell’ambito della Federazione, fatti salvi, quando previsti e deliberati dall’Assemblea, i rimborsi delle spese documentate. L’Assemblea dei MM.VV. delibera annualmente il fondo cassa di cui gli organi rappresentativi potranno disporre per le loro funzioni di rappresentanza approvate preventivamente dall’assemblea dei MM. VV.
4. La Federazione delle Logge di San Giovanni non prevede attività di corpi rituali, limitandosi ai tre gradi della Massoneria Simbolica. Ogni Loggia è libera di consentire ai propri membri la partecipazione a Corpi Rituali mantenendo tuttavia una accurata separazione fra Ordine e Riti.
5. La Federazione non riconosce alcun privilegio, distinzione o precedenza per i Maestri eventualmente appartenenti a Corpi Rituali.
Art. 5 – Adesione alla Federazione
1. Una Loggia esistente, fondata in forma autonoma e sovrana conformemente ai principi e alla tradizione della Libera Muratoria, o resasi regolarmente indipendente dalla Comunione Massonica cui aderiva in precedenza, può avanzare richiesta di adesione alla Federazione delle Logge di San Giovanni.
2. L’adesione alla Federazione deve essere votata dall’Assemblea dei MM.VV., anche per via telematica, ed approvata con una maggioranza del 70%.
Art. 6 - Documentazione per l’adesione
1. La documentazione da presentare per la richiesta di adesione alla Federazione da parte delle Logge è costituita da:
a) copia del verbale di fondazione della Loggia, ovvero, nel caso di Loggia che abbia ritirato l’obbedienza da una Comunione massonica, copia del documento attestante tale ritiro e, ove possibile, copia della bolla di fondazione.
b) Oriente della Loggia
c) Dichiarazione del rituale utilizzato.
d) Copia della delibera di adesione alla Federazione.
e) Dichiarazione del M.V., controfirmata dalle Luci, che tutti i membri del registro Matricola sono Massoni regolarmente iniziati secondo la tradizione della Libera Muratoria.
f) Dichiarazione del M.V. attestante che tutti i membri dell’Officina non hanno mai riportato condanne penali e non hanno carichi pendenti di carattere penale, ovvero gli estremi di quelle inflitte, amnistiate o esistenti per delitti di natura dolosa.
Art. 7 – Dimissioni dalla Federazione e nuova adesione
1. Ogni Loggia che decida di cessare o di sospendere temporaneamente la propria attività, oppure che decida di recedere dalla Federazione, deve darne comunicazione al Copritore Esterno, allegando copia della deliberazione recante le motivazioni delle decisioni assunte.
2. Qualora una Loggia uscita dalla Federazione, decidesse di presentare nuova domanda di adesione dovrà adempiere nuovamente alle formalità previste dal precedente art. 6.
Art. 8 - Sospensione e Radiazione
1. Una Loggia appartenente alla Federazione delle Logge di San Giovanni può essere sospesa o radiata solo con deliberazione dell’Assemblea dei MM.VV. a maggioranza semplice per i seguenti motivi:
- Grave e documentata inosservanza della Costituzione della Federazione.
- Attività massonica in contrasto con la tradizione Libero Muratoria e, o in contrasto con gli Antichi Doveri e/o le Leggi dello Stato italiano.
2. Se una Loggia non ottempera a quanto deliberato in assemblea o comunque su iniziative approvate dalla maggioranza dei MM.VV delle Logge anche per via telematica, questa, dopo essere stata sollecitata almeno due volte, sarà depennata d’ufficio dall’elenco della Federazione.
SEZIONE II
LA LOGGIA
Art. 9 – Definizione
1. La Loggia è l’organismo fondante la Libera Muratoria, che inizia e permette di partecipare alla vita Massonica universale, ed è composta da Liberi Muratori appartenenti ciascuno ad uno dei tre Gradi simbolici di Apprendista, Compagno o Maestro.
2. I membri di ogni Loggia debbono far capo ad un’Associazione culturale locale senza fini di lucro, centro di imputazione dei diritti e degli obblighi di natura civile ed amministrativa, incluso l’obbligo del rispetto delle disposizioni della L.17/1982, legalmente registrata, composta dai membri della stessa Loggia, con uno statuto sociale ed un regolamento ispirati ai princìpi della Costituzione federale; ne individua le cariche sociali attingendole dalla propria struttura.
3. E’ facoltà di ogni Loggia che lavori in un medesimo Oriente con altre Officine di aderire o costituire un’unica Associazione culturale locale con le caratteristiche di cui al comma precedente.
Art. 10 - Membri della Loggia
1. Sono membri effettivi di una Loggia i Liberi Muratori attivi di ogni Grado simbolico, quotizzanti e regolarmente iniziati secondo la tradizione Libero Muratoria
Art. 11 - Sovranità
1. Ogni Loggia si governa, si amministra e si organizza in modo totalmente autonomo. Essa ha il diritto-dovere inalienabile di tramandare, nei modi regolamentari, i principi della Tradizione Muratoria, e di contribuire al funzionamento e alla diffusione per quanto di sua competenza.
2. La Loggia redige ed approva un proprio Regolamento particolare, non in contrasto con la Costituzione Federale e col presente Regolamento Generale nel quale disciplina le varie materie per il proprio corretto funzionamento.
3. Ogni Loggia corrisponde liberamente con tutte le altre Logge federate e con qualsiasi Loggia di qualunque Comunione Massonica; può condividere una comune sede con altre Logge, anche aderenti a Comunioni, Obbedienze o Federazioni diverse, purché nel rispetto della reciproca non ingerenza o intromissione.
Art. 12 - I Visitatori
1. Ogni Loggia può stabilire di ammettere ai propri Lavori come Visitatori, tutti i Liberi Muratori attivi, provenienti da qualunque Loggia di ogni Paese e da qualunque Comunione Iniziatica.
2. Rientra nella Sovranità della Loggia regolare l’ammissione ai lavori secondo criteri insindacabili stabiliti dalla stessa.
3. Può inoltre stabilire se ammettere come Visitatori i Liberi Muratori in congedo, secondo i criteri di cui al comma precedente.
4. I Visitatori possono essere ammessi seguendo i criteri stabiliti dalla tradizione massonica e secondo gli usi e costumi della Loggia.
5. Il Visitatore ammesso deve sempre conformarsi alla forma rituale usata dalla Loggia, e può partecipare ai Lavori solo con facoltà consultiva, mai deliberativa.
SEZIONE III
L’ASSEMBLEA DEI MAESTRI VENERABILI
Art. 13 - Sede e funzioni
1. L’Assemblea dei MM.VV della Federazione delle Logge di San Giovanni si svolge una volta all’anno in luogo liberamente concordato dai medesimi.
2. Essa esercita il governo della Federazione delle Logge di San Giovanni ed è convocata dal Segretario su incarico del Copritore Esterno
Art. 14 - Composizione
1. Essa è composta da tutti i MM.VV. delle Logge aderenti alla Federazione delle Logge di San Giovanni, e in tale composizione è chiamata a riunirsi per adempiere a tutte le funzioni previste dalla Costituzione.
2. Nessun appannaggio o rimborso spese è dovuto ai membri dell’Assemblea dei MM.VV. nell’esercizio delle loro funzioni.
3. Alle riunioni dell’Assemblea dei MM.VV. i membri possono dare delega scritta di rappresentanza, ma ogni delegato non può riceverne più di due. Le deleghe devono essere vistate e timbrate dal Venerabile, della Loggia di appartenenza, a pena di nullità.
4. L’Assemblea dei MM.VV., essendo un organo amministrativo, si riunisce in maniera non rituale. Elegge di volta in volta un presidente con funzioni di moderatore ed un segretario verbalizzante. Fanno parte dell’Assemblea, senza diritto di voto, il Copritore Esterno ed il Segretario della Federazione.
Art. 15 - Sessioni ordinarie
1. l’Assemblea dei MM.VV. è convocata almeno una volta all’anno per assumere le delibere di competenza.
2. La data della convocazione dell’Assemblea dei MM.VV. deve essere fissata con un preavviso minimo di un mese.
Art. - 16 Sessioni straordinarie
1. L’Assemblea dei MM.VV. è chiamata a riunirsi in sessione straordinaria nei modi stabiliti, su convocazione del Copritore Esterno o del 51% dei MM.VV., per motivi gravi ed urgenti.
2. L’Assemblea dei MM.VV. è chiamata a pronunciarsi in via straordinaria su questioni d’interesse generale, dietro richiesta del Copritore Esterno o su istanza della maggioranza dei suoi membri,
3. Si applica il secondo comma dell’art. 15.
Art. 17 - Validità delle delibere dell’Assemblea dei MM.VV.
1. Le deliberazioni dell’Assemblea dei MM.VV. sono assunte con la maggioranza assoluta dei presenti.